Il dono della comunità

Pubblicato giorno 11 settembre 2023 - Commento, In home page

La comunità ideale rende presente Gesù, solo per il fatto di essere riunita nel Suo Nome; non ha bisogno di tanti componenti, purché facciano riferimento a Cristo; ognuno è per l’altro e sa stimare, aiutare o correggere il proprio fratello.

Persegue l’unità, anche se può avere ancora tanta strada da fare!
Quanto è distante dall’ideale la nostra comunità parrocchiale? Si sente il clima gioioso, l’attenzione per tutti, il legame a Gesù? Se qualcuno ha una difficoltà, coglie l’interessamento rispettoso e fattivo dei suoi fratelli?

Ci sentiamo liberi di camminare nella fede, o ci sentiamo giudicati, valutati, criticati anziché fraternamente corretti? Riusciamo a renderci conto del vantaggio del realizzare insieme la nostra vita, condividendo idee e sensazioni, ma soprattutto la fede?
La nostra assemblea eucaristica è l’immagine visibile della «famiglia di Dio» che vive nella nostra società.

È il lievito che la fa crescere e la fa diventare pane buono per la fame di tutti. Per questo il cristiano non può farne a meno. Tuttavia non deve rimanere un evento a se stante nella settimana, una parentesi della vita compiuta per assolvere ad un precetto. La Messa è la sintesi del cristianesimo, ma deve moltiplicarsi nei rivoli della vita di ogni giorno: incontro, riconciliazione, ascolto, interiorità, fiducia.

Per questo aveva ragione don Tonino Bello quando salutava i parrocchiani invertendo le parole del saluto finale dell’Eucarestia: «La pace è finita, andate a Messa».