Traccia commento Lc 4,21-30

Pubblicato giorno 31 gennaio 2022 - Commento, In home page

Il Vangelo di questa domenica inizia proprio dove è terminato quello di domenica scorsa. Gesù annuncia la programmazione della sua missione e. non c’è da attendere nessun altro perché Dio ha mantenuto le sue promesse: “oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”. Dura e secca la reazione degli ascoltatori, tanto da sfociare addirittura in una forma di violenza omicida.

La missione di Gesù non comincia con applausi e approvazioni, bensì con rifiuti e contestazioni. Gesù non ricerca consensi e non fa sconti di nessun genere per ottenerli. Il suo messaggio sconvolge, le sue parole provocano e sollecitano, la sua persona si pone come segno di contraddizione al quieto vivere della fede e all’immobilismo del cambiamento e conversione.

Le reazioni dei compaesani di Gesù sono anche le nostre, purtroppo, quando la Parola di Dio richiede un pò di più, un’accelerazione, un cambiamento di strada che, spesso, diventa per noi un pò di troppo. Gesù chiede misericordia e compassione, al contrario di noi che spesso, anche troppo spesso, ricerchiamo clamori e risonanze, incenso e battimani, se non addirittura interessi e grana, magari usando pure il suo nome. Per fortuna la Parola di Dio non viene bloccata da nulla, ma continua ad operare anche in mezzo a paure e sopraffazioni, e la forza rinnovatrice del Vangelo non viene interrotta o fermata dalla incoerenza e superficialità di noi cristiani.

La luce del mondo
Nello stesso giorno in cui si celebra la festa della Presentazione al tempio, il 2 Febbraio, dal quarto secolo si festeggia la Candelora. La processione, che la liturgia di questo giorno si manifesta con le candele accese, ricorda proprio le parole con cui Simeone indica il Messia: “luce per illuminare le nazioni”.

Pregare per la vita consacrata nel giorno della Candelora
Nell’intenzione di accostare la Giornata per la Vita consacrata alla festa della Presentazione di Gesù al tempio, si può scorgere l’attesa di lasciarsi avvolgere dalla luce nuova che prepara alla Pasqua, nel riconoscimento delle meraviglie operate da Dio. Suggerisce l’atteggiamento di vigilanza, del mantenere la luce accesa e far vedere che esiste la possibilità, sempre. Essere noi stessi luce, fiaccole nel quotidiano agire. Ciò che è chiamato a fare il consacrato e la consacrata, ma in fondo, ciascuno di noi, che è sacro agli occhi di Dio. I ceri accesi sono il segno della bellezza e del valore della vita consacrata come riflesso della luce di Cristo.

Celebrare la vita al tempo della pandemia
In questo tempo buio in cui si fa fatica a scorgere una luce e ci sentiamo tutti precari e fragili, la festa della Presentazione al tempio ci fa riscoprire la tenacia e l’ostinazione di Simeone. Dio viene ogni giorno nel tempio della nostra vita e della nostra storia. Si fa prendere in braccio e ci chiede di avere gli occhi luminosi di Simeone, di Anna e dei profeti. Nella nostalgia degli abbracci dati e ricevuti, manteniamoci sentinelle attente, con la sana inquietudine di chi spera, non invano, nel Signore.