Traccia commento Mc 4,35-40

Pubblicato giorno 19 giugno 2021 - Commento, In home page

Traccia commento Mc 4,35-40

Perché siete così paurosi? Dov’è la vostra fede?” è il richiamo che Gesù fa ai discepoli che, messi in grave difficoltà dal mare in tempesta, gridano disperati: “Maestro, non t’importa che moriamo?”. Il mare in tempesta, immagine eloquente e significativa delle avversità che tormentano la nostra vita e affliggono la nostra esistenza.

La barca sulla quale siamo presi a bordo sembra una di quella carrette del mare colme di povera gente in cerca di felicità e pace, che muore affogata e dimenticata. Restiamo sgomenti e frastornati, quasi increduli di fronte a certi spettacoli: violenza, rapina, liti, contese: questo è il panorama in mezzo al quale viviamo, smarriti e impotenti. Gli uomini si scannano ferocemente, l’ingiustizia e l’oppressione raggiungono livelli intollerabili, il debole è in balia della sopraffazione, domina la disumanità, la follia omicida e Lui, Lui, Dio, lascia fare, non interviene. sembra uno spettatore distratto, persino assente, come se la cosa non lo riguardasse. Il cielo appare lontanissimo e arriviamo addirittura a sospettare che sia disabitato. Verrebbe voglia di dire: perché continui a dormire, che Dio sei se non batti ciglio, se non esci dal tuo isolamento!

Ma, anche se sembra dormire, il Signore non è da un’altra parte, in un luogo sicuro, ma è lì, con noi, nella barca che rischia di capovolgersi ed affondare. È l’appuntamento con la nostra fede, che crede fermamente, nonostante le tempeste ci mettano costantemente alla prova, e non siamo allora più noi che rimproveriamo Dio della sua assenza, ma è Lui che rimprovera la nostra fede assente. “Perché siete così paurosi? Dov’è la vostra fede?“. Donaci, Signore, una fede grande, una grande fede.

LE TRE BARCHE

Un prete stava preparando una predica sulla provvidenza, quando sentì un gran boato. Si affacciò alla finestra e vide della gente che correva avanti e indietro in preda al panico e scoprì che aveva ceduto una diga, il fiume era in piena e stavano evacuando le persone. Il prete vide che l’acqua saliva dalla strada sottostante. Fece un pò fatica a soffocare il panico che lo stava attanagliando, ma disse: “Sono qui a preparare una predica sulla provvidenza ed ecco che mi si presenta l’occasione per mettere in pratica quello che racconto agl’altri: Non fuggirò, starò qui e confiderò nella salvezza che mi verrà dalla provvidenza Divina”.

Quando l’acqua raggiunse la sua finestra, arrivò una barca carica di persone. “Salti dentro, padre”, gridarono. “No, no figli miei”, replicò il sacerdote con calma. “Confido nella provvidenza di Dio che mi salverà”.

Il padre tuttavia salì sul tetto e, quando l’acqua arrivò fino lassù, passò un’altra barca carica di persone, le quali incoraggiarono il prete a salire. Ma egli rifiutò di nuovo.

Alla fine dovette arrampicarsi in cima al campanile. Quando l’acqua gli arrivò alle ginocchia e gli mandarono un pompiere a salvarlo con una barca a motore, “No, grazie, amico”, egli esclamò con un sorriso tranquillo. “Ho fiducia in Dio, capisce? Lui non mi abbandonerà”.

Quando il prete annegò e andò in Paradiso, la prima cosa che fece fu di lamentarsi con Dio: “Mi sono fidato di te! Perché non hai fatto niente per salvarmi?”. “A dire il vero”, rispose Dio, “ti ho mandato ben tre barche!”