Gesù è come un piccolo seme, pieno di vita, carico di futuro, che deve per questo “sparire” nella terra, morire a se stesso come seme, per far emergere la pianta che racchiude dentro. Questo è Gesù fin dal suo apparire piccolo bambino di Betlemme. Questo è il Figlio di Dio racchiuso nel limite dell’uomo Gesù di Nazareth, vulnerabile e mortale. Questo è Dio che con i gesti delle mani, lo sguardo amorevole, la parola di Gesù arriva a toccare la vita e i cuori di chi è più lontano, entrando nel profondo della terra umana. Se il seme non muore non serve a nulla. Ma Gesù ha mostrato proprio che entrando profondamente nella esperienza umana alla fine è uscito il frutto della resurrezione.
Vedere Gesù è guardarlo sulla croce, nell’atto supremo del dono di vita per amore, rinunciando a tutto pur di amare. La potenza di Dio è nell’amore, e sulla croce questo amore diventa concreto e non rimane solo parole. È un amore che attira vita, e diventa strada da percorrere per ogni vita umana. È amore totale, un amore possibile a tutti gli uomini, di ogni lingua, credo, cultura e tempo.
Il seme seminato e la croce diventano la via per vedere Gesù, per vederlo nella nostra vita, nei miei piccoli e quotidiani gesti di amore. Posso vedere Gesù in tutti coloro che con amore danno la vita per il prossimo, si impegnano a migliorare il mondo, superando anche gli ostacoli e con profonda speranza nelle più piccole potenzialità della vita umana. La forza del piccolo seme dell’amore e il dono della vita sono il grande insegnamento di Gesù, che vale per tutti gli uomini, credenti e non credenti. A tutti Dio dona questa forza e indica la strada. Sta a noi crederci, seminare, morire, dare la vita, non smettere di sperare.